Posts tagged ‘protocollo sviluppo e competitività’

16/12/2012

Accordo produttività, riflessi territoriali

 

Segretario Generale Uilcem Ragusa

Segretario Generale Uilcem Ragusa

L’accordo sul tema della produttività, dopo 20 anni circa dall’intesa sulla politica dei redditi del 1992, si presenta come un vero e proprio protocollo di competitività scritto sulla falsa riga di quello siglato in Eni nel 2011, azienda già pratica di buone ricerche nel campo della “produttività e occupabilità”, e accolto con larghissimo favore anche tra i lavoratori».

È la riflessione del segretario provinciale della Uilcem, che aggiunge: «Per gli ambiti contrattuali dell’energia, del petrolio, della chimica e per le aziende dei gruppi Enel ed Eni la novità dell’ accordo risiederebbe solo nel felice ritorno della detassazione degli emolumenti accessori di busta paga, eliminata con un colpo di spugna nel maggio 2012 ad opera del governo attuale. Tutti i lavoratori con reddito superiore a 30.000 euro, vogliamo ricordarlo, sono stati esclusi con il provvedimento Monti dal miglior favore fiscale. E nel contesto infelice della rimodulazione, cosa ancor più grave, il plafond disponibile è stato più che dimezzato. A farne le spese non solo le retribuzioni dei lavoratori ma anche e soprattutto l’economia dei territori».

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21/10/2011

Eni, disdetta protocollo competitività e relazioni industriali per crisi raffineria Porto Marghera

 COMUNICATO UILCEM NAZIONALE

Durante l’incontro odierno, tenutosi al MISE, l’ENI ha confermato la messa in CIGO dei lavoratori della Raffineria di Venezia per via della riduzione dei consumi petroliferi e per gli effetti perduranti della crisi economica. In aggiunta, l’ENI ha anche specificato che la crisi ha un carattere temporaneo, sempre che, nei prossimi mesi non vengano confermati i livelli di criticità attuali o un eventuale peggioramento. Nel caso di un peggioramento dell’andamento del settore della raffinazione l’ENI ha affermato che è fin da ora disponibile ad affrontare tutte le ipotesi di recupero e/o riconversione industriale delle raffinerie con un minore indice di profittabilità. La UILCEM ha rappresentato al Governo la criticità che ormai il settore vive dall’inizio della crisi economica (2008) e che non si intravedono spiragli di ripresa dei consumi dei prodotti raffinati e che da mesi è stato richiesto un “tavolo di settore” al Ministero dell’Industria per valutare la strategicità del sistema della raffinazione in Italia in un quadro (anche di agevolazioni) di “economy capacity”. La UILCEM ritiene che, come avviene nel settore elettrico ove è possibile mantenere l’occupazione anche a fronte di un fermo impianto per minore indice di profittabilità senza far uso degli ammortizzatori sociali, sia possibile anche per le raffinerie italiane, considerate strategiche ai fini dell’approvvigionamento nazionale, di non mettere in CIGO i lavoratori. In aggiunta la UILCEM ha ribadito l’assoluta necessità di avere risposte industriali valide anche per il periodo successivo al 31/12/2014, data di scadenza delle garanzie occupazionali contenute nell’accordo ENI-OO.SS. del 26 maggio 2011.

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29/09/2011

La chiusura della raffineria di Marghera rientra nella regole, lo dice eni

La volontà di Eni di mettere in cassa integrazione scaglionata  i 400 dipendenti della raffineria di Marghera, in perdita, è stata comunicata venerdì scorso ai sindacati, innescando preoccupazioni per una chiusura definitiva dell’impianto.

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19/07/2011

Protocollo Eni, le segreterie nazionali commentano le valutazioni delle assemblee

Nel corso dei mesi di giugno e di luglio si è svolta la consultazione in tutti i siti ENI, esclusi quelli Saipem e Snam Rete Gas, per la validazione dell’accordo Eni “per lo sviluppo e la competitività e per un nuovo modello di relazioni industriali”. Ad oggi, dai verbali inviatici dai presidenti delle assemblee, dalle rsu o, unitariamente, dalle segreterie territoriali delle organizzazioni sindacali, risultano effettuate circa 60 assemblee, che hanno riguardato una platea di circa 15000 lavoratori. Il consenso positivo riscontrato all’accordo, superiore al 60%, conferma la scelta compiuta dalle segreterie nazionali congiuntamente alle delegazioni trattanti, sugli impegni, sia per il livello nazionale, sia per tutte le rsu dell’Eni, a partire dagli incontri sugli investimenti che si terranno a partire da settembre con il tavolo delle relazioni industriali e a quelli, altrettanto urgenti, che dovranno svolgersi per dar corso alla fase sperimentale sui dati relativi alle assenze per malattia. La partecipazione alle assemblee, pari a circa il 30% della platea coinvolta, pure se importante, ha mostrato un divario fra lo spessore dei temi riguardanti il futuro dell’azienda, almeno per quanto riguarda le attività industriali legate alla chimica e alla raffinazione, e l’entità numerica dei lavoratori partecipanti alla fase assembleare.

Vogliamo inoltre sottolineare alcuni aspetti legati alla lettura dei voti contrari che si sono registrati nelle assemblee, in particolare in alcuni siti. Ha pesato in alcune importanti realtà industriali, una condizione di sfiducia preconcetta determinata dalla poca affidabilità dimostrata in precedenza dall’Eni a mantenere gli impegni precedentemente assunti, che hanno determinato situazioni di incertezza produttiva e scarsa fiducia nel futuro, come nel caso, e solo a titolo di esempio, degli impianti industriali di Porto Marghera ma anche di Ferrara e Ragusa, per il timore dell’abbandono del sito al proprio destino. Le segreterie nazionali riconfermano invece il pieno impegno, anche attraverso tutte le iniziative che sarà opportuno concordare coi territori interessati, affinché l’Eni mantenga gli impegni e a quei territori sia garantito lo sviluppo industriale e la buona occupazione che è garantita dall’accordo stesso fino al 31 dicembre 2014.

In altri siti abbiamo riscontrato una organizzata distorsione interpretativa dell’accordo, che ne ha impedito la puntuale disamina, avanzando inesistenti incompatibilità al contratto nazionale come ad esempio la riduzione del ruolo delle rsu, che è invece considerato dalle segreterie nazionali, l’anello essenziale della contrattazione e della rappresentanza, trovando riscontro in ogni sottolineatura all’interno dell’accordo e riconfermando il pieno rispetto del dettato contrattuale. Ruolo che l’accordo assegna alle rsu, in analogia al contratto, anche sugli aspetti applicativi riguardanti gli investimenti di sito, il consolidamento industriale, le forme proprie dell’organizzazione del lavoro, nonché per la corretta applicazione della sperimentazione per l’anno in corso riguardante l’incidenza delle assenze per la determinazione del premio di partecipazione, nello spirito originale dell’intesa. Le organizzazioni sindacali, sollecitano le strutture che ancora non hanno effettuato le assemblee, o più semplicemente non hanno inviato i dati, a completare la consultazione nei prossimi giorni, considerandola effettivamente chiusa per il 26 luglio. Le organizzazioni sindacali sottolineano e apprezzano l’impegno dei delegati sindacali e dei lavoratori iscritti e non iscritti che hanno partecipato alla complicata fase di discussione che ha accompagnato tutta la fase assembleare.

LE SEGRETERIE NAZIONALI

FILCTEM CGIL FEMCA CISL UILCEM UIL

17/06/2011

Polimeri Europa dice no all’assemblea dei lavoratori

Rimandata a data da destinarsi l’informazione-approvazione del protocollo su sviluppo e competitività, il nuovo modello di relazioni industriali per la gestione del futuro occupazionale ed economico di eni.

Polimeri Europa, un’ora prima dell’inizio dell’assemblea dei lavoratori, non autorizza il normale svolgimento lavori. Ovvero, niente permesso per lavoro in straordinario per quei lavoratori in turno che attendono i colleghi impegnati in assemblea, cosi come da consuetudine trentennale, e forse più, di stabilimento. E tutto ciò comunicato a voce, via telefono, pochi istanti prima dell’incontro di Filctem, Femca e Uilcem con le maestranze dello stabilimento eni a Ragusa. L’azienda non intende apportare modifiche nei turni rispetto all’attuale organizzazione del lavoro per lo svolgimento delle contrattuali assemblee sindacali.

«Abbiamo ritenuto opportuno informare immediatamente le segreterie nazionali dell’accaduto –spiegano i segretari di categoria, Paolo Rizza, Giorgio Saggese e Giuseppe Scarpata- e intervenire in tal modo su eni, a livello centrale, per il gravissimo atteggiamento antisindacale assunto da Polimeri Europa e dal gestore del personale per gli stabilimenti di Ragusa e Priolo. Mai prima d’oggi, nel pieno rispetto di corrette relazioni industriali territoriali, tutto ciò era accaduto. Negare un’ora di straordinario per i lavoratori che attendono in cambio turno i colleghi impegnati in assemblea, da parte di Polimeri Europa, rasenta il paradosso – sottolinea il sindacato- se poniamo il tutto dinanzi alla richiesta di eni del 4% in più dell’orario di lavoro, sotto forma di straordinario, confortata dal protocollo siglato a Roma tra eni e Filctem, Femca e Uilcem, che avremmo dovuto sottoporre all’assemblea dei lavoratori per la valutazione e l’approvazione”.

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17/06/2011

Eni, assenteismo al sud più basso d’Italia

«C’e’ troppo assenteismo negli stabilimenti meridionali. Se per miracolo portassimo gli impianti del Mezzogiorno allo stesso livello di quelli della Baviera gli imprenditori sarebbero pronti a cogliere il segnale tornando a investire».

Paolo Scaroni, chief executive officer di eni,  ancora una volta lega la questione del mancato sviluppo delle sue aziende al Sud, all’assenteismo. L’eni al meridione non decolla perchè sono tutti malati? Eppure la media nazionale  non supera il 3,30 % nei petrolchimici e nelle raffinerie. I dati dell’assenteismo nel  Sud di eni dicono questo:  4,15% alla raffineria di Taranto, 4,50% Gela, 2,60% alla “Polimeri Europa” di Brindisi e 1,60% a Ragusa (lo stabilimento con tasso di assenteismo più basso in tutto il gruppo). Numeri che tendono al ribasso, indiscutibilmente. Forse Scaroni ha altri dati che noi non conosciamo. O forse Scaroni si sbaglia, ma nessuno glielo fa notare.

26/05/2011

Eni, siglato l’accordo sul protocollo sviluppo e competitività

Un pacchetto di regole per non farsi travolgere dagli eventi, recupero efficienza e produttività nel protocollo sviluppo e competitività siglato oggi, Giovedì 26 maggio, a Roma da eni spa e dalle segreterie nazionali e territoriali di Filctem, Femca e Uilcem. Un insieme di best practices  come giusto COMMITMENT, senso di responsabilità, partecipazione attiva, impegno delle persone ai progetti di Eni in Italia e nel mondo.

Il protocollo sviluppo e competività eni -a 10 anni dalla firma dell’accordo quadro unico nel suo genere, primo protocollo di relazioni industriali di portata internazionale- nasce come soluzione temporanea per una crisi della petrolchimica e della raffinazione che non accenna ad arrestarsi. Eni negli ultimi 5 anni ha garantito un risultato occupazionale pressoché omogeneo per tutte le attività del gruppo: tra pensionamenti e nuove assunzioni il numero di 40.000 impiegati stabili in Italia è rimasto immutato. C’è stata crisi sì, dei mercati, delle vendite, delle produzioni e dei consumi ma l’occupazione di eni non ha subito contraccolpi, si è manenuta tale e quale.

L’accordo sulla produttività, sviluppo e competitività, è centrale per la gestione del futuro occupazionale ed economico in Italia dell’azienda guidata da Paolo Scaroni. Con la firma dell’intesa eni s’impegna a non chiudere alcuna realtà produttiva in Italia e a mantenere stabili i livelli occupazionali.

La struttura del protocollo Eni sulla competitività e lo sviluppo, nella sua globalità, nel suo insieme, è stata largamente condivisa, dopo la stesura di cinque bozze preliminari, da Filctem CGIL, Femca CISL  e Uilcem UIL a tutti i livelli. Il no incondizionato all’intesa avrebbe potuto aprire  scenari apocalittici per alcune raffinerie e soprattutto per alcuni petrolchimici. Ragusa inclusa.

eni protocollo per lo sviluppo e la competitività e per un nuovo modello di relazioni industriali