La volontà di Eni di mettere in cassa integrazione scaglionata i 400 dipendenti della raffineria di Marghera, in perdita, è stata comunicata venerdì scorso ai sindacati, innescando preoccupazioni per una chiusura definitiva dell’impianto.
Ragusa, il caso petrolio tra relazioni sindacali assenti e adozione piano paesistico territoriale
Le ricercheDue i pozzi in cui l’Eni stava lavorando per cercare petrolio. In contrada Cammarana il lavoro, come annunciato dai sindacati, è praticamente finito perché non è stata trovata traccia di petrolio. A Tresauro, invece, si stava per avviare l’attività, ma il cantiere è stato prima bloccato dalla Soprintendenza e poi riautorizzato. Alla fine, il sì è tornato ad essere un no.I sindacatiCgil, Cisl e Uil chiedono l’intermediazione del prefetto per riuscire a sbloccare la situazione e salvare i posti di lavoro che adesso sono fortemente a rischio, paventando anche pericoli per l’ordine pubblico.LegambienteI rappresentanti regionali di Legambiente hanno chiesto alla Regione di revocare il permesso di ricerca concesso a Enimed per contrada Tresauro in quanto rientra nel paesaggio 7 del Piano paesistico con livello di tutela 2.
Mercoledì 22 si sarebbe dovuto tenere un incontro con la società solo sul “caso Tresauro”, ma molto probabilmente slitterà per impegni contestuali dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. La Fulc (Federazione lavoratori chimici e dell’energia) ed i vertici sindacali, che aspettano ormai pazientemente da otto mesi, hanno chiesto un’ulteriore convocazione e sono pronti, qualora la prossima settimana non dovessero arrivare risposte, a convocare un’assemblea dei lavoratori per decidere eventuali azioni di protesta, pur di fare piena chiarezza nei rapporti complessivi con l’Eni.
La questione delle relazioni sindacali ha assunto, in questo contesto, aspetti anche grotteschi. Enimed si confronta, infatti, quasi esclusivamente con la Fulc del distretto di Gela, anche quando in ballo ci sono scelte che riguardano Ragusa, come quella prevista al Centro raccolta olio di Ragusa, che ha quattro esuberi per la chiusura del centro di Mostringiano, all’imboccatura del porto di Siracusa, con il conseguente trasferimento delle quattro unità in altri siti del gruppo estrattivo.
Una difficoltà di dialogo che non è stata certo migliorata dalle dichiarazioni rese a Palazzo dell’Aquila dall’amministratore delegato di Enimed Sicilia, Lorenzo Fiorillo, il 23 luglio di quest’anno quando, insieme al sindaco Nello Dipasquale, è stata presentata la nuova sistemazione di piazza Libertà. In quella sede, facendo riferimento alla presenza cinquantennale di Eni a Ragusa, l’amministratore delegato Fiorillo parlò degli impegni e delle collaborazioni della società con le imprese iblee, nei fatti invece tagliate fuori dalle commesse del gruppo, come contestano i sindacati. E, come se non bastasse, l’amministratore delegato di Enimed propose un nuovo “protocollo di relazioni sindacali”, che secondo le contestazioni di Fulc e Cgil, Cisl e Uil sono, invece, in buona sostanza, inesistenti.
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