Nella tarda primavera Socotherm dovrebbe rimettere in pista la macchina industriale
Zeno Soave rimette entrambe le mani sul timone di Socotherm. L’imprenditore vicentino, presidente, ad e azionista di maggioranza della società leader mondiale nel rivestimento di pipeline per il trasporto di acqua, petrolio e gas non ha riconfermato le deleghe di ristrutturazione e riorganizzazione al consigliere Cristiano Battelli. «Aveva concluso il suo incarico contrattuale – afferma Soave – questo Gruppo l’ho fondato io e lo conosco dalla A alla Z, quindi ho ritenuto di riprendermi le poche deleghe che doveva esercitare, coordinandosi però con me. Noi dobbiamo risolvere i problemi sul versante finanziario, ma la nostra forza, solidità industriale e tecnologica è indiscussa, e qui credo che possiamo avere ancora molte cose da dire».
L’ingegnere vicentino, anima, cuore e carisma della società berica nata come una costola dell’azienda di famiglia (quest’anno compie 150 anni) e diventata una multinazionale riafferma su di sé la gestione nella fase più delicata e cruciale della sua storia. Socotherm è stata, infatti, ammessa alla procedura di concordato di ristrutturazione ad ottobre ed è sospesa dalle contrattazioni a Piazza Affari da agosto. Recentemente ha ottenuto il rinvio dell’udienza di concordato al 30 Aprile. La ricapitalizzazione verrà deliberata nel corso dell’assemblea del 22 febbraio, aggiustando così l’esposizione finanziaria, circa 230 milioni di euro, di cui 200 a breve termine.
Soave è ottimista. «Ci sono 10 gruppi tra finanziari e industriali interessati a diventare nostri sponsor». Tra cui, c’è la società malese Wah Seong, ma non ci sono i Rocca, famiglia argentina che controlla il colosso mondiale dei tubi Tenaris. «Sono nostri alleati – continua Soave – abbiamo con loro una joint venture da tanti anni, ma non vogliamo mischiare le due cose».
I problemi di cui soffre la società nascono negli anni scorsi e sono legati ai risultati operativi disastrosi delle attività in Medio Oriente e in West Africa, quando Soave aveva affidato le deleghe operative ad un consigliere delegato, non più nel Gruppo. «Col Dolphin Project in Qatar abbiamo perso 50 milioni di euro. Stiamo attendendo la conclusione dell’arbitrato con Saipem che dovrebbe avvenire entro il 31 marzo per recuperarne almeno una parte».
Nella tarda primavera Socotherm dovrebbe rimettere in pista la macchina industriale. «Nei prossimi 2/5 anni ci sono progetti per 4 miliardi di dollari e noi vogliamo essere sui più importanti – chiude Soave – l’azienda quest’anno ha lavorato coi propri soldi, senza un euro di finanziamento». Nel 2010 in portafoglio c’è già: una commessa importante, il progetto venezuelano offshore Dragon Cigma per oltre 80 milioni di dollari. Una commessa di Saipem!
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